E Facebook diventa il luogo dove insultare la memoria di Melania

TERAMO – A conferma che il social network Facebook è esposto al rischio di utilizzi distorti anche il caso del delitto di Melania Rea viene investito di popolarità e, purtroppo, in negativo. Da qualche giorno il gruppo ufficiale "Tutti insieme per ricordare Melania Rea" – creato da amici e parenti della povera mamma 29enne di Somma Vesuviana massacrata a coltellate a Bosco Casermette di Ripe di Civitella – è stato "inquinato" dai post di imbecilli in vena di cinici e irriverenti commenti, che insultano la memoria della donna e la sua figura di madre. Ma c’è di più, perchè un sedicente Marco Dresic ha creato un folle gruppo denominato "Melania Rea: se l’avessi data saresti ancora viva" che in poco tempo ha ricevuto oltre 250 dichiarazioni di consenso. Un’iniziativa che si commenta da sola ma che in un mondo civile e rispettoso dell’altrui dignità non poteva non suscitare sdegno e condanna. Per tutti lo ha fatto ufficialmente il commissario del Corecom Calabria, organo funzionale dell’Agcom, Mario Campanella: «In qualità di giornalista e di commissario del Corecom Calabria, sento il dovere di manifestarvi tutto il mio disappunto». Campanella ha scritto un esposto ai ministri Maroni e Romani e al presidente dell’Agcom, Calabrò. «La creazione di questo gruppo, che purtroppo ha registrato sinora 257 dichiarazioni di consenso – scrive Campanella – è l’ennesima riprova di una distorsione delirante dell’uso di Facebook che provoca idolatrie assurde di personaggi protagonisti di efferati delitti e che snatura e altera il senso di comunità sociale insito proprio nello strumento dei social network. Io credo che sia doveroso, non solo nella fattispecie, difendere la dignità di una giovane donna uccisa e oggetto di uno scherno atroce e palesemente stupido, ma anche pretendere  che le giovani generazioni capiscano il significato della morte, la rispettino e si pongano nei suoi confronti con un atteggiamento di partecipazione emotiva". «Vi chiedo di agire nell’immediato – conclude Campanella – oscurando il sito e allertando la polizia postale al fine di sanzionare pesantemente l’autore di questo gruppo ed i suoi accoliti, dando così¨ un esempio chiaro e incontrovertibile di
tutela della dignità di una donna innocente e vittima della follia della violenza».